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Il vignaiolo

Le storie iniziano sempre in un luogo speciale, la mia inizia qui a Grancona, sui Colli Berici, fra una casa di sassi e un piccolo vigneto incorniciato da boschi di carpini e roverelle. Qui ci venivano i nonni a passare l’estate, era il luogo dei profumi, l’odore dei vecchi legni, del miele conservato dentro armadi sempre chiusi e del verde che penetrava fino a dentro ai muri.

È una storia che nasce dai ricordi, ma che presto si trasforma in un nuovo desiderio di esserci per dare ancora senso a quelle pietre e a quella terra.

La Cantina

Al centro della campagna e dei vigneti si trova la cantina.

Un viaggio di pochi minuti ci permette di portare le cassette raccolte a mano direttamente alla pigiatura in anfore da circa 8 ettolitri.

La casa

La casa che attualmente è sede della cantina Matteo Rigoni è stata costruita nel 1608 dal religioso Giovanni Porto, di nobile famiglia vicentina già proprietaria di importanti palazzi nel centro di Vicenza.

Fu destinata da subito ad ospitare una congregazione di religiosi facenti parte dei cosiddetti Margheritoni, che si ispiravano all’insegnamento riformato del Venerabile Antonio Pagani, singolare figura di religioso vocato all’ascesi e all’eremitaggio nonché alla fondazione di ordini minori.

Il vino prodotto interamente nella nostra cantina

Matteo Rigoni

Dal 2019 ho una cantina tutta mia, creata su misura dentro le pareti della mia casa. Sono cambiate molte cose dal primo vino e dall’idea che avevo di vino, sono cambiati i gusti, i modi di bere e soprattutto di concepire e produrre il vino. Terra, piante, ecosistema, esposizione uve e mosti sono diventati il centro di una nuova idea di fare vino. Avendo una piccola produzione, ho avuto l’opportunità di prendermene cura in modo diverso, come si fa con una nuova creatura, lavorandola a mano, con grande attenzione in ogni fase.

Ho preso due anfore di terracotta e  le ho provate. Ho sentito che quella era la mia dimensione: vinificare e poi affinare in olle da 750 litri, ci ho messo dentro le mani, volevo sentire da vicino ogni cambiamento di temperatura e densità. Oggi poggio l’orecchio per sentire i sussulti del vino che ribolle, sento l’annata, forte, debole, tumultuosa, lenta, veloce, sempre diversa, uve diverse, sole diverso, ogni vino un suo “genio”. Questa è la mia strada. Ora di anfore ne ho 6 e la mia idea di vino non segue più un ideale di gusto, ma si conforma intorno alla mia terra, al mio lavoro, e soprattutto intorno alle forze naturali del territorio.

Il nostro marchio storico

Rossorigoni

Nel 2011 ho iniziato a fare vino, avevo delle idee precise di gusto e di stile. Non avevo la cantina a casa. Ho lavorato da altri. Mi muovevo seguendo le direzioni che fino a quel momento mi avevano appassionato e ispirato. Ho cercato di fare il possibile per avvicinarmi a un gusto che volevo ritrovare anche nei mei miei vini.

Ho usato lieviti, qualche prodotto enologico, vasche in cemento e qualche botte piccola in legno per affinare a casa un prodotto che però non era fatto fin dall’inizio a casa: un blend Cabernet Sauvignon e Merlot e un Sauvignon bianco.

Dal primo 2011 al 2019 i classici Rossorigoni si sono evoluti e si sono avvicinati sempre di più a quell’idea stilistica che accese la prima fiammella.