Le storie iniziano sempre in un luogo speciale, la mia inizia qui a Grancona, sui Colli Berici, fra una casa di sassi e un piccolo vigneto incorniciato da boschi di carpini e roverelle. Qui ci venivano i nonni a passare l’estate, era il luogo dei profumi, l’odore dei vecchi legni, del miele conservato dentro armadi sempre chiusi e del verde che penetrava fino a dentro ai muri.
È una storia che nasce dai ricordi, ma che presto si trasforma in un progetto, in un nuovo desiderio di esserci per dare ancora senso a quelle pietre e a quella terra.
Qui, sul colle, mia nonna, con la sua kodak 765, mi ha insegnato a guardare il vigneto, a includerlo in uno spazio con equilibrio e proporzione, e ancora oggi, quando devo scegliere come stringere o allargare un vigneto, come posizionare i filari, non riesco a dimenticare il senso della composizione che ho imparato da lei. Lei lo chiamava spazio compositivo, io bellezza.
Ogni cosa che mi ha portato qui ha radici profonde che affondano in una terra dura e sassosa, e ogni gemma che nasce è la continuità forte di un lavoro, dell’amore per il colle, un luogo difficile per chi non è abituato a sentire il suono del vento, o la sua totale assenza.
Qui, in questo silenzio interrotto solo dal rumore delle foglie e degli insetti, dal richiamo dell’upupa e dal gracidio dei rospi, ho impiantato il mio progetto di riportare la terra al suo ritmo e ai suoi spazi. Non ho seguito lo standard, l’intensità e i numeri del mercato, ho iniziato una storia fuori luogo per ridare identità al luogo.
Sono partito con poco, pochi vigneti e poche varietà, Sauvignon, Merlot, Cabernet Sauvignon, Manzoni Bianco e Chardonnay, volevo assecondare la vocazione della terra, prima che la mia. Dopo qualche anno iniziato a lavorare per la certificazione biologica e poco per volta ho messo a fuoco quello che mi interessava, ossia mantenere l’identità del colle, di una terra isolata, difficile, ma capace di grandi frutti. Ho scelto di vinificare dentro le stesse pareti della casa perché non ci fosse separazione, ma continuità, fra le miei passioni e la mia terra.
Vinificare significa raccogliere tutti i profumi, includere la voce della terra rossa e sassosa, del sole che lì si appoggia, vuol dire mantenere lo stesso rispetto del ritmo e dei tempi che a volte vanno anticipati, altre attesi.
Il vino non nasce da un’idea precisa, ma lo diventa, scelta dopo scelta, prende colore e forma assecondando la voce del terreno, delle stagioni e dell’ecosistema che lo include.
Non parto dalla domanda del mercato, sono sempre fuori luogo rispetto ai sistemi indotti,
parto dalla risposta del territorio, con la sola intenzione personale di evidenziarne i sapori con le migliori cure.
Vinifico in anfora e senza uso di lieviti selezionati, per il resto lascio che a cantare siano la terra, le piante e la cura che ci metto.